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Entra per rubare e viene ucciso

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editoriale italiano

by Mariangela Rossini

Era entrato con alcuni complici in una palazzina a Vaprio D’Adda, in provincia di Milano per svaligiare uno o più appartamenti.
Non aveva fatto i conti con un padrone di casa esasperato dai continui furti degli ultimi mesi, che si era procurato persino una pistola con regolare porto d’armi.
L’uomo nella notte, svegliato dai rumori, ha visto una sagoma nel buio e ha sparato un solo colpo, mortale per un 28 enne romeno.
Ora il 65enne è indagato per eccesso colposo in legittima difesa e qui si apre l’infinito dibattito di sempre.
Se non cominciamo a regolamentare meglio queste situazioni rischiamo di rendere ridicola l’interpretazione della legge e della legittima difesa.
Non esistendo ancora sul mercato un sistema anti intrusione che ci possa indicare se il ladro ha intenzione di violentare le nostre mogli o di uccidere i nostri figli, come spesso é accaduto in passato durante banali intrusioni, dobbiamo trovare soluzioni alternative.
Dovremmo lasciarli rubare? Dovremmo rendere più semplice il possesso di armi per difenderci meglio?
Queste situazioni si sono sempre verificate e con il passare degli anni aumenteranno in maniera esponenziale.
Dunque se non troviamo una soluzione alternativa ed immediata, non possiamo metterci nella condizione di giudicare il nostro livello di sicurezza individuale.
O possiamo difenderci o non possiamo difenderci.
Chi entra a rubare in una casa in Italia potrebbe dover sapere che rischia anche la morte. E’ vero che in questo modo molti malviventi arriverebbero armati pronti a difendersi, non avendo nulla da perdere. Ma come prima cosa pensiamo alla protezione delle nostre famiglie e delle nostre persone poi in secondo luogo possiamo pensare al rispetto verso comunque sia un essere umano meno agiato di noi, forse.
Ed anche qui si apre un nuovo dibattito. La maggior parte delle persone catturate dopo un furto hanno dimostrato di vivere meglio della fascia non bassa ma media di qualsiasi italiano questo anche perché in Italia queste situazioni sono punite con sanzioni ridicole nella maggior parte dei casi.
Il dibattito rimane aperto, la situazione incerta più di prima e gli schieramenti a favore del ragazzo romeno o del proprietario di casa sono innumerevoli.
Tutti vogliamo portare il massimo rispetto per quanto accaduto, ma dobbiamo allarmarci non per l’accaduto, ma per un sistema che non ci lascia dormire tranquilli.
Non vogliamo giudicare, ma nemmeno girarci dall’altra parte.

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