Lo aveva detto che sarebbe tornata in Tv. E’ entrata in studio tra applausi ed abbracci e si é presa qualche minuto per raccontare quello che é successo.
Con un foglietto in mano, l’emozione fortissima di chi sa che sta per raccontare una verità scomoda:
“Ho avuto un cancro, mi sono curata. Sono stata operata. I medici mi hanno tolto il 100 per cento del tumore. Ho fatto una chemio e una radio preventive per evitare che rimanesse in giro qualche cellula. Non lo sapeva nessuno e ora ve ne posso parlare”.
“Ora sto benissimo. E rispetto a quello che mi è successo penso non ci sia assolutamente niente di cui vergognarsi, anzi. Ho solo perso qualche chilo, non mi vergogno neanche del fatto che sto indossando una parrucca, questi non sono i miei capelli. Non vi nascondo che ci sono stati momenti difficili. Quando vedi le prime ciocche di capelli che ti rimangono in mano è un momento molto forte. Mi è venuta in mente Gabriella, la bambina di Taranto che ha avuto un tumore e ho pensato: se ce la fa uno scricciolo come te, allora ce la posso fare anch’io!”.
“E adesso chiedo un aiuto a tutti voi – ha proseguito emozionata – vi chiedo normalità. Continuate a prendermi in giro, a criticarmi. Chi combatte contro il cancro non va trattatto come un malato, ma come un guerriero, siamo dei fighi pazzeschi”.
“Le uniche cure contro il cancro sono la chemio e la radio. Non c’è altro che possa curarti”.
Nadia Toffa ieri durante il suo programma ha insegnato ai telespettatori la cultura dell’informazione, qualcosa che in Italia troppo spesso sottovalutiamo salvando tutto nella nostra mente sotto la cartella “cose pietose…”
Non lo sono, é vita, vissuta appieno.
Quello che ha fatto Nadia ieri sera esce dalla sfera del giornalismo ed entra in quella dell’ informazione che si traveste a pieno merito da cultura.
Dovremmo chiedere che potesse essere insegnata nelle scuole ai nostri figli, attraverso proprio protagonisti come Nadia, credetemi ce ne sono tanti, che tutti i giorni lottano contro decine diverse di forme di cancro.
Non insegnamo ai nostri figli ad avere pietà e compassione di fronte a queste cose, allontanando le persone che ne rimangono colpite in qualche modo.
Insegniamo loro a conoscere la vita nel suo complesso, i lati positivi e quelli negativi, altrimenti avremmo solo lasciato il lavoro a metà come genitori.
Il cancro, qualsiasi forma, in Italia viene gestito come “Oh mio Dio, non parlarne e non pensarci figlio mio, quella ragazza é malata, restale sempre un pò lontano!!!”
Non funziona così, parlarne aiuta a conoscere e conoscere permette di affrontare meglio la vita che ci troviamo di fronte.
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