E’ ormai un dato di fatto. In Italia riusciamo ad essere in ritardo sempre e comunque. In tutto quello che facciamo siamo indietro rispetto al resto del mondo. Siamo sempre stati dei gran lavoratori, con una forza d’animo e di carattere che il mondo intero ci invidiava, ma non siamo mai riusciti a dare a queste caratteristiche determinanti della nostra natura la giusta dimensione.
Eccoci dunque di nuovo. In ritardo sui vaccini, in ritardo sulla scuola, in ritardo sull’assistenza agli anziani, in ritardo sui contributi, in ritardo sugli aiuti ed in ritardo sulle persone più deboli.
Siamo in ritardo su tutto e credo che questo possa essere un record. Così a distanza di un anno dall’inizio della pandemia, ancora oggi siamo impreparati nell’affrontarla. Ancora oggi non capiamo perché in televisione vengono fatte dichiarazioni precise che difficilmente vengono poi dimostrate all’atto pratico.
Su una cosa siamo in anticipo e sempre puntuali. Nel cambio di casacca e di poltrone. Siamo bravi ad attaccarci al potere e ai soldi, dimenticando tutto il resto. Il governo può anche cambiare, ma la musica rimane molto simile a quella di prima. E la famosa minestra, sembra proprio quella già riscaldata in diverse occasioni.
La gente ha bisogno di sostegno, economico ed assistenziale, sembra che nessuno se ne renda conto. Sono state istituite delle zone rosse che nessuno rispetta, perché tutti hanno le loro motivazioni e soprattutto perché in qualche modo si deve trovare da guadagnarsi da vivere visto che gli aiuti non si é capito bene da dove passino questa volta.
In questo modo é disarmante. La maggior parte degli anziani é ancora da vaccinare e le persone più deboli hanno bisogno oggi come mai di assistenza, ma nulla si muove. Perché anche in questo frangente abbiamo dimostrato la nostra incapacità nel sistema di vaccinazione. La speranza é l’ultima a morire, ma questa volta ci stanno davvero mettendo alla prova duramente.
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