Qualcuno ben più saggio di me un giorno mi ha insegnato che la morte non é l’opposto della vita, ma é parte della vita. E’ un modo per affrontarla, per conoscerla e per comprenderla.
Ma da questo punto passare a pensare che la morte ormai possa essere qualcosa che rientri nel cerchio delle nostre normalità quotidiane, questo é troppo.
Ogni giorno si contano i morti, pochi di più e pochi di meno, 372, 328. A volte ci riportano i dati scrivendo oggi “solo” 287… questo é disarmante.
Abbiamo perso il senso della ragione ed il rispetto per la vita, se pensiamo anche solo per un istante che anche solo 1 morto possa rientrare nella nostra normalità.
Una volta, sino a 12 mesi fa, ci saremmo scandalizzati a sentire di un aereo che cadeva e si contavano circa 300 morti in un solo colpo. Oggi quell’aereo sta cadendo ogni cavolo di giorno, sulle nostre teste, tra le nostre vite e stiamo imparando ad accettarlo perché ci stanno spingendo a farlo. Vogliono che la morte diventi la normalità in questa fase di pandemia.
Non possiamo permetterlo. Perché ogni singola vita conta, perché ogni singola vita ha una storia, una famiglia, dei figli e dei nipoti.
Non corriamo il rischio di diventare disumani, non arriviamo al punto da permettere tanto a chi ci racconta le storie di questa pandemia.
Facciamo capire che ogni singola vita ha un valore inestimabile e non comprenderlo significa togliere un senso alla nostra stessa umanità ed alla nostra stessa dignità.
“Oggi i morti sono calati di 37 unità”, “oggi invece sono saliti di 48 unità”. “Ieri invece erano 40 in più”.
“Però tutto bene, ci dicono che da giugno conteremo meno di 50 morti al giorno”.
Per intenderci invece di un boeing pieno di gente che cade ogni giorno sarà come leggere di un piccolo aereo di una rotta nazionale che cade ogni giorno…
“Che vuoi che sia?”. “Rispetto ai giorni in cui ne contavamo oltre 300”, ci diranno che sarà un successo.
La morte non é mai un successo, può essere un’unità in più o una in meno, ma non dimenticatelo, la morte é sempre e solo una sconfitta.
Non permettiamo alla pandemia di rubarci anche la dignità, altrimenti non torneremo più indietro.
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