Con la conferenza stampa di ieri sera il Premier Conte ha chiarito finalmente la situazione nel nostro Paese. I dati sono confortanti, la discesa dei contagi é costante e decisa, dunque si può parlare di Fase 2.
Si riprende, a piccoli passi, ma si riprende. Iniziano già da oggi i cantieri edili pubblici ed i manifatturieri legati all’export. Si passa poi al 4 Maggio invece per la riapertura di gran parte delle attività produttive.
Per il commercio al dettaglio bisognerà attendere il 18 Maggio. Bar e ristoranti potranno riaprire dal 4 Maggio ma solo per la vendita da asporto. Vietate dunque la somministrazione di cibi e bevande all’interno dei locali, questo almeno sino al 1 Giugno.
Spostamenti più liberi con l’aggiunta della voce “visita a parenti stretti”.
Ma per gli spostamenti tra le Regioni bisognerà attendere almeno il 1 Giugno.
Dal 4 Maggio si potranno riprendere le celebrazioni dei funerali ma solo con parenti stretti e comunque non potranno essere presenti più di 15 persone.
Musei e Gallerie d’arte potranno riaprire dal 18 Maggio ma con regole ben precise sul distanziamento.
Mascherine per tutti e sempre. Il prezzo verrà definito in 50 centesimi al netto d’Iva.
Infine le scuole che non garantendo la sicurezza necessaria potranno riaprire da Settembre. Ovvio che a Settembre non sarà cambiato lo scenario a meno dell’arrivo in tempi record di un vaccino, ma sarebbe impossibile dire alla gente già al 27 Aprile che le scuole nemmeno a Settembre riapriranno.
Dunque si riprende… nell’affanno, nel terrore, nel controllo costante dei dati giornalieri che potrebbero da un momento all’altro far sospendere tutto di nuovo.
Per cui preoccupiamoci di rispettare il distanziamento sociale come abbiamo fatto sino ad oggi perché non é affatto finita.
Semplicemente l’Italia doveva tornare a lavorare, il fiato economico stava per finire e non si poteva protrarre il termine di lockdown.
Si sta brancolando nel buio alla ricerca di un appiglio, nella speranza che qualche stella ce la mandi buona, ma non potrebbe essere altrimenti, siamo ancora troppo esposti al rischio contagio.
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